Non si tratta di un errore di scrittura. Non volevo titolare il post “il computer”.
Mi piace la parola. Significa “pendolare”. In italiano mi ricorda troppo il supplizio del pendolo descritto da E. A.Poe. Suona anche affine al dolore “pendolare, pendolOre”. La vaga assonanza fra le parole commuter e computer invece apre le porte della mia percezione e creatività, al futuro incrementalmente diretto verso una vita più piena di senso.
Le prospettive di noi uomini Android con app che espandono la nostra memoria mi guidano verso l’illusione forte che ci sia comunque spazio per vivere più sapientemente e più vicini al prossimo (senza odiarlo) usando anche i nostri computer indossabili (smartphone, iwatches etc).
Così, dopo aver distrutto la mia yaris ho deciso di fare il computer con i mezzi pubblici. Le mie app per vivere questa nuova vita sapiente sono WordPress per postare pensieri e immagini, Evernote per memorizzare e condividere idee di lavoro e sui miei progetti di vita e infine Podcastaddict per ascoltare intere conferenze sui temi che mi piacciono. Non dimentico poi il mio Kindle.
Commuter insomma in viaggio per conoscere e migliorarsi e non semplicemente per dislocarsi geograficamente, afflitti da umidità, puzza e ritardi.

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