Sono stato nella biblioteca dei miei sogni,
dove lettere mai spedite e mai scritte forse mai neppure lette.
Mi sono sdraiato sul prato della mia memoria fra le achillee e le genziane e la vaniglia,
non c’era l’io di allora e nemmeno quello d’ora.
Ho meditato ieri sera fino al calar della musica,
nessuno mi ha visto.
Per tre volte ho capito che non esisto.
Quando non esisto posso viaggiare nello spazio e nel tempo
più veloce di qualsiasi aspirazione umana.