I do not like TINA.
TINA è un acronimo per “there is no alternative”. Fortunatemente esiste l’alternativa, eccome. C’è il nostro prossimo e in senso più esteso ogni entità del mondo nel quale viviamo, sia esso fisico o mentale. Grazie al noi esteso che è un noi relativo, possiamo tornare autori diretti del destino e diventare creatori della realtà.
La dimensione relativa di me stesso l’ho scoperta studiando Panikkar. Il grande padre del confronto fra religioni, mi ha aperto ad una dimensione mistica. Ho accolto la sua esortazione a levarsi di dosso il preservativo della cultura a togliersi tutte le zavorre che impediscono alla mongolfiera della scoperta, di elevare lo sguardo sulle storture del mondo moderno. Scriveva Panikkar:
Nel mondo moderno solo i mistici sopravviveranno, gli altri saranno soffocati se si ribelleranno al sistema o affogheranno se si abbandoneranno ad esso.
Togliendo protezioni, zavorre ho incontrato persone mistiche pronte a fare l’esperienza diretta della vita e non a subirne versioni edulcorate o addomesticate. Subire oggigiorno significa affogare nella terza guerra mondiale che ha come scenari la Siria, la Globalizzazione economica e digitale e la follia nucleare e genetica.
Abbracciando la mistica si prende una strada sovversiva. Non una fuga dal mondo, ma un ingresso consapevole. La mistica è in me, in te, in noi, è un nostro diritto universale. Non c’entra con il merito, il ceto, o più vili espressioni come l’essere sviluppato o in via di sviluppo. E’ il riconoscimento delle diversità, la loro accettazione, la loro affermazione e la nascita di un dialogo dialogico e non dialettico. Un dialogo che non cerca la supremazia di un argomento sull’altro ma un consenso, un incontro.