Per chiunque svolga un ruolo genitoriale o assimilabile, si pone la possibilità di seguire tre tipi di atteggiamenti. Dittatoriale restrittivo di tipo militaresco, Permissivo privo di restrizioni tipo Maggiordomo, Menefreghista tipo Io non c’entro. Nessuno dei tre mi pare preferibile. Nemmeno una miscela di questi mi pare interessante, diciamo un 49% del primo, un 49% del terzo ed un 2% del secondo. Le vie mediane non si seguono in questo contesto. La penso come Julie Lithcott-Heims dalle cui parole ho tratto questa riflessione.
L’obiettivo preferibile credo sia quello di fare in modo che un figlio o una figlia arrivino gradualmente a farcela senza di noi. Soprattutto a farcela bene.
Quali gli ingredienti fondamentali che dovrebbero ispirare l’azione genitoriale ? Penso due. 1) l’amore che si propone nell’ascolto e accoglienza di ogni istanza, senza alcuna preclusione o precondizione –ti voglio bene a prescindere da; 2) fare i mestieri di casa. Mettere ordine negli ambienti, prepararsi per il risveglio del giorno dopo, prepararsi per la notte, organizzare una merenda, sbarazzare, cose così. Aiuta ad agevolare la vita a chi ti sta vicino che a sua volta è probabile faccia altrettanto, dà molta soddisfazione e soprattutto è un gran modo per arrivare a dire Io so come si fa in queste circostanze.
Secondo me non serve molto altro dal punto di vista delle indicazioni preliminari. Però un buon cammino inizia con l’indicazione del ti trovi qui poi delle tappe intermedie. La destinazione finale non è mai indicata, ma noi crediamo che si chiami figli e figlie forti, indipendenti e felici.