Qui, la Prefazione scritta da Patrizia Gioia al mio libro “Poco prima del temporale” edito da Macabor
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“Poco prima del temporale”
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PREFAZIONE: Unici, eppure legioni.
Un dialogo non certo dialettico quello di Matteo Ponti e “la moltitudine dei me “, parole che si interrogano: tu chi sei ? Chi sei tu che mi chiami? E tu che rispondi?
Tre tempi differenti segnano il ritmo di questo libro e gli inesistenti confini: fra la moltitudine dei me – il cuore in casa – nella valle, lungo il ruscello; confini disegnati da un umano mai compiuto, che si interroga e che, stupito, esonda in quella terra sempre promessa dove la domanda non vuole risposta, ma altro porto da cui partire, nuovamente innocenti e nuovamente senza bussola.
La Poesia di Matteo Ponti è una mappa d’ orme, accompagna senza giudicare nè assolvere, rinnova il passo, si inoltra nella densità del buio, si perde e si ritrova sempre sulla soglia, indaga deliri e resurrezioni, lascia sempre un cono di luce possibile, un cuore pulsante capace di perdono, consapevole che il perdono non arriva solo da noi.
“Mi conduci in luoghi nei quali mai potrei arrivare senza la tua guida.”
E’ solo sapendo di non avere certezze che possiamo sperare, una speranza trasparente che vive dell’invisibile, una speranza che conosce l’abisso ed è capace di guardarlo senza perdersi, pur se sempre attratta; una speranza che si dipana come filo d’oro nelle parole di Matteo Ponti, sollevando come vento le pieghe tra uomo e cosmo, spiando quel divino che appare solo se non lo cerchi.
“…farò di tutto per preservarti il silenzio.”
E l’autore dà voce alla voce del silenzio, la parola robusta è confidente, sfiora le cose che fanno il senso del nostro quotidiano vivere, come per assaggiarne la potenza, senza affanno e azzanno:
“Foglia che, anche se cade, non si farà – nè farà mai – male.”
Siamo “legioni”, testimoni al nostro stesso essere, salvagenti esistenziali al fluire del triadico dinamismo, punto cruciale della creazione che ha nell’Amore l’unica possibile risposta di reciproca vita.
La Poesia di Matteo Ponti non si nasconde, sopporta di vedersi scoperta, nessun utilitarismo né intellettualismo, uno slancio spontaneo, trampolino per il tuffo nel Mistero.
La Poesia non si sa che cos’è. Il Poeta lavora terra e cielo per Necessità, mediatore e servitore e solo, se saprà essere umile e paziente, aiuterà ogni cosa a ri-prendere il suo giusto posto, nel ritmo dell’Essere.
Poco prima del temporale, titolo del libro, offre a noi tutti l’opportunità di rischiare lo scandalo della conoscenza della Vita nuda.
Aspettare il temporale senza mai essere catturati dal suo tempo, nella libertà del vento dello Spirito che soffia dove vuole.
E’ avere fiducia in me, riflesso nell’altro nella misura in cui “l’altro è me stesso “.
Alzare la vela, tenere il timone, ringraziare è tutto quello che possiamo fare e che la Poesia di Matteo Ponti ci indica, senza pretesa di Verità: tutto è relazione e rivelazione.
Patrizia Gioia – Milano, settembre 2018
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