Le creature più complicate siamo noi. Ci rifiutiamo di accettare che il sole non scaldi abbastanza, che la frutta non cresca sempre, che gli altri animali, inclusi noi stessi, ci aggrediscono o non si fanno abbastanza da parte al nostro passaggio. Non accettiamo il mare in tempesta, le frane, i tornado, i terremoti, i virus, gli animali aggressivi, inclusi noi stessi. Non accettiamo di guardarci dentro di noi, non vogliamo sentire discorsi sbagliati in lingue sconosciute, non accettiamo che Alfa Centauri sia così lontana, non accettiamo la morte e la vita.

Le creature più complicate siamo noi che non accettiamo il mistero. L’universo è onnipresente, onnipotente, ma non è al nostro servizio. La sua forza infinita sta nel suo essere mistero inesplicabile e eterno, in ogni direzione.

Quando osservo una mucca o un’ape, provo un po’ d’invidia. Le vedo indifferenti alle complicazioni. Hanno accettato il mistero. Solo nel loro muoversi attorno a noi percepisco qualcosa. Mi pare mi osservino e si chiedano chi mai io sia e perché mi affanni tanto.

Sono dunque miglior interprete del mondo io o la mucca ? io o l’ape?

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