Viviamo un tempo difficile. I segni che questo tempo ci propone sono molteplici.
L’ansia del tempo che è divenuto il nemico pubblico numero uno, perché la nostra cultura ha creato il mito della sua assenza e l’ansia della sua esigenza. La paura della morte, che proviamo a nascondere ai nostri occhi in ogni modo, con l’uso esasperato della medicina e la negazione delle guerre che nascondiamo ai nostri occhi, pur infliggendole ai nostri fratelli e sorelle. L’immediatezza della comunicazione che non consente alcuna riflessione sui contenuti che vicendevolmente ci proponiamo e conseguentemente la crescente incapacità a dialogare con i nostri simili, a vantaggio di un confronto urlato e conflittuale.
In questo tempo, dove le parole creano ansia, donano illusioni di onnipotenza e incitano all’odio, la mente torna alla parabola del Seminatore. Trovo il suo messaggio, molto importante. Vi invito a rileggerla.
Allego al presente post alcune pagine propostemi, al riguardo, dall’amico Don Giancarlo Taverna Patron.
doglioMonastero di Bose – “Il seminatore uscì a seminare…”Commento al Vangelo di P. Alberto Maggi – 16 lug 2017