Mandala è un termine dall’etimo incerto. Forse significa separare forse cogliere l’essenza di qualcosa che affiora da un insieme più grande. Forse entrambe le cose. I monaci tibetani ne realizzano di bellissimi. Ci mettono molti mesi. Raccontano storie di colori. Soprattutto raccontano ciò di cui hanno consapevolezza. La consapevolezza è la tecnica principale.

Come pure un monaco anche io vivo la mia vita. Affronto compiti difficili che sento talvolta superiori alle mie forze. Cerco di disegnarne un mandala. Mano mano che faccio mia l’esperienza della vita, compongo il mandala. Mano a mano che il mandala si compie la vita ne trae ispirazione. Comporre un mandala significa disegnare bellezza a partire da qualsiasi esperienza della vita. Bella o brutta che sia.

Un giorno il compito che tanto mi ha impegnato, finirà. Finirò in quel reciso momento anche il mandala. E’ una cosa inevitabile. Perché nulla dura. Neppure la bellezza. Tutto cambia ed i colori ritornano alla loro origine. Altri mandala ci aspettano.

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