Quando rischiara il cielo

La notte recede

Pur nel torpore che il fresco mi impone

Esco e guardo la stella del mattino

Mi ricorda che fu un’ape a portare la luce qui

dal profondo del buio

per farcene dono.

Quell’intenso calore crescente

Da tempi immemorabili

Fin dentro le leggende

Inonda i prati di colori

Evapora i profumi dall’umida terra.

I miei più ardenti desideri sono

  1. Vagare attorno al mondo perché ogni profumo e ogni colore m’attira,

2. Sistemare la casa dove sto,

dei miei Fratelli e Sorelle

della mia regina.

Vagare, ma poi tornare.

Cerco doni da portare a casa,

Non posso sottrarmi a questa ricerca.

Poi lo farò, ma ora però provo a dormire ancora un po’.

La mia casa è ora qui, alla celletta esagonale che io stessa ho forgiata.

La riempirò di nutrimenti per la larva che vi giace

Poi lo farò, ma provo a dormire ancora.

Sogno quel vento che mi porta lontana

Mi avvicina agli alti steli di lavanda e più in basso

Sui trifogli che accolgono le gocce di rugiada.

Brillanti per la regina.

Mi disse un giorno che temeva di perdermi, di perderci 

io stessa ho temuto di perdermi, di perderla.

Dimenticare, tradire, frantumare, incubi nel sonno.

Ma ora che la notte è alle spalle

La luce ancora mi culla al risveglio

Ed io sogno la meraviglia del pascolo

delle rotte sicure, 

delle arie tiepide che mi guidano

delle certezze esagonali della casa.

Un giorno il sonno mi coglierà e non sarà che per farmi trasportare dal vento.

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