Al Lago
Gianni degli Ardori
ci attendevi al molo
sul tuo Riva sciabordante, pagammo felici
il prezzo scontato
per condurci lontano da riva.
Abbassando lo sguardo fra le onde, t’ho visto guizzare come un pesce.
Gianni, ci attendevi su quel pontile nascosto
invitandoci al bagno.
Gianni, stavi appollaiato sul corrimano di quella scala dell’antica villa,
rivolta a Pella, sull’isola di San Giulio,
eri un fringuello.
Gianni, uscivi volando dallo stretto vicolo, sfiorando archi e torri,
avevi la forma della rondine.
Gianni, ti ho salutato alla sera,
stavi in gelateria,
ti palesavi al gusto che portava il tuo nome,
forse di liquirizia o forse di nocciola,
nei miei ricordi.