Tu e neppure io
con gli occhi aperti e fermi
possiamo sapere
cosa c’è dopo,
dopo che un proiettile partito per caso,
non da nostra mano,
raggiungerà,
con un volo perfetto di sorprendente precisione,
la nostra nuca,
svuotando istantaneamente il sacco della nostra vita.
In dono riceveremo
un cambio di prospettiva.
Continueremo a camminare,
come nulla fosse,
apparentemente,
ma tutto sarà diverso,
ci sarà il tempo che avevamo perduto,
il coraggio che avevamo dimenticato,
il sorriso che tenevamo soffocato,
ci saranno i ritorni di tutte le cose spiacevoli che credevamo fardelli,
avendole gettate oltre la balaustra della nostra mongolfiera,
credendo che avremmo volato più leggeri.
Prima eravamo come lucertole al sole di novembre,
senza presagio di imminenti dolori
o forse convinti di saperli sopportare.
Dopo saremo completi.
Il cecchino sarà condannato.
Non saremo noi il grilletto, il dito o il proiettile.
Forse i cecchini non saranno perdonati,
perché non sanno o non vogliono sapere,
che il perdono è un dono ancor più forte,
superiore all’amore ed alla morte.
Perdoneremo lo sparo accidentale,
i cecchini potranno solo sperare
di trovare chi li voglia perdonare.
Se questo non sarà,
dovranno attendere
vita dopo vita
ritorno dopo ritorno
lo sparo accidentale
che li possa liberare.