Le fondamenta –

solide sotto di noi-

forse non lo sono abbastanza

per carichi sempre maggiori.

Abbiamo sempre creduto avessero resistenza infinita

o forse non ci fossero carichi inattesi.

Ora piovono pietre invece che fiocchi di neve,

cenere e non pollini.

I tetti cedono.

tutti cedono e non credono più.

Il sottosuolo si scuote, si solca di voragini

-quando svanisce il supporto alla superficie.

Immensi iceberg si sfaldano anche quando sembravano granito

-si affidano alle correnti in direzione d’un equatore

che mai raggiungeranno.

Nonostante uno sconfinato pessimismo

io penso a chi mi guarda sperando di non vedervi panico.

Allora dico che bisogna considerare il consueto

come assoluta novità

tornare a vedere con occhi curiosi.

Non avere fretta di cambiare e progredire col metro del denaro.

Conquistare il coraggio di ammettere

-dove ho sbagliato

sono io quello che ne ha responsabilità.

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