Molti anni or sono ho partecipato alla pulizia del greto del fiume Lambro, lungo il suo attraversamento del Parco di Monza. Era il 1976 e di ecologia si parlava, si iniziava a parlare. Non esistevano parole come ecocompatibile, economia green o simili. C’era chi iniziava a parlare di acque inquinate e rifiuti plastici.
La vita del fiume era uccisa dagli scarichi chimici delle industrie della Brianza. Pulire le rive del fiume, che ricordo odoravano di trielina, era un modo di far respirare una natura afflitta dall’invadenza umana.
Scavavo rifiuti e li gettavo nei sacchi neri. Speravo di far respirare la sabbia e di agevolare il ritorno della fauna tipica del fiume. Ci trovai una imponente mascella. Scoprimmo poi che era di un plantigrado, un orso, ormai specie estinta nella zona (la mascella sta ora nel museo di storia naturale di Milano).
Nella morte di un fiume si trovano le vite che furono. La vita riposa nel fiume che scorre. Una carezza può farla sbocciare.