Il Titanic cola a picco,
l’aereo si spezza sulle Ande ed i sopravvissuti,
l’enorme dirigibile si posa al suolo lieve fra immense fiamme,
la gigantesca onda marcia ed un pover uomo l’attende -solo- sulla battigia,
la peste si diffonde inesorabile e cambia ogni cosa
umana,
l’Antartide toglie il suo manto di ghiaccio e libera le sue acque,
la grande diga scavalcata dalle acque,
avvia la corsa di una numerosissima pariglia di cavalli d’acqua
lanciati in folle corsa,
con i loro zoccoli tonanti sulle genti inermi.
L’alpinista esausto in vetta al Nanga Parbat,
sulla nuda roccia,
lascia che la stessa forza che causò la caduta della mela,
lo trascini a valle con il suo zaino.
Piccola formica o ape,
-io-
non so dispiacermi di queste tragedie,
mi affascinano come ogni mistero,
che non posso capire o mai capirò.
Come ape o formica tutto ciò è troppo grande,
lascia senza fiato.
Penso sia talmente immenso da passare sopra senza toccarti,
In estasi davanti all’immenso,
penso di essere fra i sopravvissuti,
costruttori di un nuovo mondo.
Attendo.