Parto deciso e ti dico che siamo in un’epoca di caos rivoluzionario. Vedo troppe persone ferme in attesa che la pandemia passi per stendere al sole i soliti vecchi panni. Non c’è tempo per questa attesa, ne ci sarà tempo per tirar fuori i vecchi panni ad asciugare. Vivere di rendita non è più possibile, c’è un mondo da costruire, nuovo, su nuove basi. Sarà certo impegnativo abbandonare vecchie strade ma non c’è scelta, dobbiamo guardare avanti con i piedi ben piantanti nel presente e nelle minacce / opportunità che esso contiene.
Se rinunciamo a vedere le cose in prospettiva, non riusciamo a capire che:
1) se molto tempo fa i cambiamenti seguivano un modello domino, dove una tessera che cade, causa la caduta della successiva, con la globalizzazione tutte le tessere cado simultaneamente o quasi. Il problema del clima e della pandemia ne sono un esempio lampante. I nazionalismi/populismi creano un muro che protegge gli occhi da questa visione, ma non dai suoi effetti devastanti;
2) dobbiamo muoverci oltre il concetto di normalità o comfort zone. Non dobbiamo faticare per tornare alle condizione ante crisi, ma inventare nuove azioni e spazi per il post, che comincia proprio ora ed andrà avanti senza sosta. Sperabilmente a lungo;
3) quando un edificio -come la nostra società- è gravemente danneggiato, ci sono due strade, o lo si ricostruisce o lo si restaura. Se lo si restaura diventa un museo, una testimonianza. Ha senso visitare un museo ma non viverci.
4) quando si cresce e si diventa adulti, giocare ai giochi d’infanzia, o fingere di appartenere ad un’altra generazione, è abbastanza naif se fatto seriamente. Il pre-pandemia è la nostra generazione che fu, ora dobbiamo crescere.
Ed ora, ciò premesso, ti lascio alla lettura del white paper allegato
“solo quando si accenderà nell’uomo moderno il desiderio di ridivenire realmente uomo, egli potrà uscire dallo smarrimento in cui ora si muove, accecato dalla presunzione e dall’orgoglio di potenza” – Albert Schweitzer