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E allora ho ripensato alla speranza contenuta in quei nitidi cieli d’aprile in
cui l’uomo aveva dato tregua alla Natura. Ciminiere spente, autostrade
vuote, transatlantici fermi, aerei a terra, canti ai balconi, libertà di sognare
un domani diverso. Nonostante la tragedia in atto, quanta gioventù, quanta
bella energia rivoluzionaria erano contenute in quella visione! E così,
quando il cielo si è nuovamente richiuso, portandosi dietro le sue allerte
meteo e facendo calare un grigio sipario su tutto, l’angoscia del futuro ha
rifatto il nido in me. Sentivo che la memoria di quell’ammonimento
irripetibile rischiava di esaurirsi in miliardi di tweet e cadere nel vuoto
senza diventare azione, per totale latitanza della politica. Ci stavano
spingendo di nuovo in un obbediente letargo, per farci diventare delle
ombre.”