C’è una storia da raccontare. Un vecchio edificio, splendida architettura d’altri tempi. Le belle arti lo proteggono. Solo per nome. Se vuoi piantarci un tassello, rischi una denuncia.
Le api, un giorno decidono di sciamare su tale edificio, infilandosi nei pertugi aperti dal tempo sulla facciata di mattoni. Chissà perché la regina non ha scelto un albero; ha preferito accasarsi in un vecchio palazzo, dal vago aspetto castellato. Fin qui, tutto bene o quasi. Ma voglio dire oltre, di noi umani, del nostro rapporto con gli edifici storici e con la natura. Un rapporto ancora molto da costruire.
Noi uomini abbiamo soluzioni semplici per tutti i problemi. Così abbiamo creato le istituzioni che proteggono edifici storici; il che poi di fatto non significa automaticamente non mandarli in rovina o tenerli li, semi inutilizzati. Soluzione semplice, ti pare?
Così appena troviamo uno sciame di api che si deposita sull’edificio, non pensiamo certo a salvarle, già non lo facciamo con l’edificio. Dopotutto le api che servono, ce ne sono altre che faranno il miele no? mica proprio queste di cui sto parlando. Gasiamole o muriamole vive, così smettono di ronzare. Soluzione semplice, ti pare?
La storia finisce così! squallidamente. L’edificio resta li, con i suoi luoghi abbandonati, ma anche un centro civico ed una biblioteca che fanno del loro meglio per esistere. Quanto alle api, finiranno gasate. Nessuno trova economicità nel prendersene cura, nemmeno gli apicoltori. Per gli umani è davvero troppo difficile pensare a soluzioni per salvare le cose importanti; la memoria dei luoghi ed i prodigi di madre natura. Eppure forse avremmo tanto bisogno di salvare memoria e luoghi, più che dal tempo, dalle facili soluzioni e dall’idea che si spende solo per far altro denaro. (Monza, 19 maggio 2022)
