Da quanto anche solo come sogno
Quel cespuglio di rose, è?
Se pur non si pensa
Certo si sente.
S’è intersecato con se stesso
avvinghiandosi a supporti
dissoltisi col tempo
non sopravvissuti alle stagioni e fioriture, rinati in altri luoghi. S’è scoperto con radici inesistenti.
La singola rosa non sa,
se sia l’avanguardia o la retroguardia
pioniere o passeggero che ha perso l’ultimo passaggio, verso l’avvenire o verso il ritorno. Viene dal nulla, o da un luogo nenzogna?
Quale sentiero resta?
Il cespuglio si contorce pungendosi, non respira, non si annusa, non si conosce.
Il passato sembra una corsa nel futuro,
il futuro non si distingue da una caduta nel passato.
Senso senza direzione, tempo senza Dio.
Ma se il cespuglio sapesse
che la rosa è una sola e
le altre son specchi, taglierebbe dal proprio incantesimo incatenato groviglio, tutti gli altri spettri le rose clonali, volti fasulli di vittorie ipotetiche, ipotetici fallimenti.
Il vigore libero farebbe esplodere la rosa originaria,
aura aulente del cespuglio di mille vite, cespuglio di infinite generazioni.
Rosa originale, del tuo cespuglio,
progresso o rivoluzione che siano, esisterai senza più una catena a imprigionarti. Vivrai o morirai, in libertà.