La tartaruga un giorno decise di fermarsi.
Aveva viaggiato senza sosta per anni.
Si voltò indietro.
Senza muoversi più
e guardando l’orizzonte,
si mise a ricordare.
Le deviazioni non seguite,
Le deviazioni ben presto abbandonate,
Le deviazioni piacevoli e quelle spiacevoli.
La sola retta via seguita,
giunta fino alla sosta,
deviava da tutte le deviazioni.
Era giusta la strada ?
Era stata tracciata in quale momento?
La tartaruga non riusciva a ricordare la scelta decisiva quale fosse stata.
Aveva seguito il sole per cercare energia,
aveva seguito la luna e le stelle per cercare ispirazione,
aveva cercato l’acqua per resistere alla fatica,
l’erba per sentire il fresco,
la pioggia per ripulirsi dalla malinconia.
Così era arrivata nel luogo dove
Il futuro che gli si parava innanzi
era qualcosa che non avrebbe più potuto raggiungere,
partendo dal passato in cui stava
-la distanza percorsa era ormai troppa
-lunga una vita.
Restò ferma ancora un poco.
Mentre il sole tramontava,
ricominciò a muoversi.
Cominciò un nuovo viaggio,
-inseguendo la brezza
-per trovare una forza grande e universale,
come la gravità dell’amore.
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